Il 10 dicembre sul sito
EconomyUp è uscito un articolo riguardante la robotica nella sanità. L'analisi di Alessio Beverina e Michele Alloni dal titolo "Robotica nella sanità, il futuro è cominciato e l’Italia è in partita: ecco 4 storie" riporta anche un accenno ad un'intervista a Mario Camia, CEO Emac, uno dei distributori leader in Italia di robotica per la riabilitazione.
"La robotica sta entrando sempre di più nel mondo della riabilitazione, con il supporto attivo del medico e/o fisioterapista, che ha tralasciato il sospetto e scetticismo a risultati terapeutici importanti sui pazienti (legato anche a un impatto emotivo – antidepressivo) e un dimostrato vantaggio economico. Le cliniche specializzate, quali Don Gnocchi, Inail e Valduce, si stanno attrezzando in maniera importante di sistemi robotici. In alcune regioni italiane si comincia anche a parlare di rimborso. Il futuro sarà la realizzazione di robot meno cari, meglio gestibili e performanti, che il paziente potrà portare a casa per la continuazione della terapia."
L'articolo approfondisce diversi argomenti:
- La robotica nella sanità: una rivoluzione cominciata nel 1999
- I robot medicali prodotti in Italia
- Il robot M.I.L.A.N.O. di Value Biotech
- Medical Micro Instruments di Pisa
- Movendo Technolgy, spin-off dell’ITT di Genova
- Wereable Robotics, spin-off dell’Università Sant’Anna
- Robotica nella sanità: dove ci porterà il futuro
- L’interesse di Google per la robotica nella sanità
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Nel corso degli anni, la ricerca sulle tecnologie robotiche ha permesso lo sviluppo di strumentazioni dedicate alla riabilitazione e finalizzate al miglioramento della qualità della vita in persone con patologie neurologiche. La filosofia di EMAC è mettere a disposizione strutture riabilitative basate sull’utilizzo di tecnologie che aiutino il riabilitatore ad ottenere il massimo risultato nel tempo a disposizione, oggettivando i miglioramenti e salvaguardando sempre di più la salute del paziente e dell’operatore.
I dispositivi riabilitativi utilizzati sono di due tipi: ad effettore finale (end effector) e ad esoscheletro. In un dispositivo end effector, l’input per lo svolgimento dell’esercizio riabilitativo arriva direttamente dalla parte distale dell’arto, consentendo la naturale attivazione cinematica del movimento, senza innaturali costrizioni. Il movimento è più fisiologico, la risposta terapeutica superiore, ottima la compliance del paziente.
L’esoscheletro, invece, avvolge completamente l’arto da riabilitare, costringendo il paziente al movimento imposto dal dispositivo, con una perfetta ripetibilità del movimento.
PER SAPERNE DI PIU': www.emac.it/riabilitazione